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Clubhouse: il social del futuro prossimo? Quali rischi?

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Cos’è Clubhouse

Diciamolo subito: “Se pensate subito di iscrivervi a questo nuovo social non è così semplice!”. Il problema minore è che al momento è considerato una versione Beta e disponibile solo su Ios.

Ma cerchiamo di capire meglio di cosa stiamo parlando.

Clubhouse viene indicato sul proprio sito come “un nuovo prodotto social basato sulla voce che permette alle persone, ovunque si trovino, di chiacchierare, raccontare storie, sviluppare idee, approfondire amicizie e incontrare nuove persone interessanti in tutto il mondo”.  E già qui diciamo che la cosa potrebbe anche rivelarsi interessante.clubhouse-il-nuovo-social

Semplicemente descriviamo Clubhouse come  un’App che dà la possibilità di discutere solamente a voce all’interno di stanze  (per lo più tematiche)  che chiunque è in grado di aprire. A seconda del tema trattato o dalla quantità di followers che ha colui che ha “iniziato” la stanza, vi possono partecipare da pochi a migliaia di utenti.

Se volessimo inquadrare bene questo fenomeno basti pensare che si è passati da una valutazione di circa ben 100 milioni di dollari quando c’erano solo 1.500 utenti per arrivare, dicono, a un miliardo di dollari ora che sono stati raggiunti i due milioni di utenti.

Come funziona Clubhouse

Se non vedete l’ora di arrivare alla fine dell’articolo per scaricare l’App e fiondarvi nelle stanze beh, vi dobbiamo dare subito una delusione: non è possibile  iscriversi liberamente ma si accede solo dopo aver ricevuto l’invito da un altro utente.

Nel mese di gennaio, uno personaggi del momento, Elon Musk di Tesla è riuscito ad “accogliere” più di 5 mila iscritti (che poi è il numero massimo possibile da ospitare) in una stanza e parlare delle sue svariate attività.

Attualmente già numerosi Vip stanno iscrivendosi. Uno su tutti il cantante Drake che vanta già numerosi “seguaci”.andiamo-alla-scoperta-di-clubhouse

Se su Instagram si passa ormai velocemente da una foto all’altra mettendo un like, qui il ritmo è ovviamente rallentato: immaginiamo di essere su Spreaker o su Twich ed ascoltare un podcast, la differenza è che qui alzando virtualmente una mano possiamo intervenire. Per tutto il tempo vedremo l’immagine del profilo di colui che possiamo chiamare “conduttore” lampeggiare mentre ascoltiamo ciò che ha da dirci e le icone immobili dei partecipanti nella stanza, chi vuole intervenire cliccherà e vedrà l’icona di una mano alzata, e chi parla potrà concedere o meno la possibilità di intervenire.

Clubhouse è privo di rischi?

Se l’iscritto  è “in muto” l’App non avrà accesso alla voce.  Al termine della “conversazione”, i messaggi, che sono tutti criptati, si elimineranno nel momento in cui la stanza si chiude.

L’iscrizione è possibile solo dopo aver compiuto 18 anni e non sono consentite sono assolutamente vietati “abusi, bullismo e molestie nei confronti di nessuna persona o gruppo”. 

Gli utenti nella stanza possono occupare diverse figure:

si può essere moderatori, speaker o ascoltatori.

  • Moderatori : “curano” la conversazione, invitano gli speaker a dare o togliere loro parola, espellere utenti dalla stanza;
  • Speaker: semplicemente parlano;
  • Ascoltatori o listener: ascoltano e hanno la possibilità di  chiedere di intervenire.
  • Tutti (quindi non solo i moderatori) possono segnalare abusi. Seppure violenza e incitamento all’odio siano vietati, le eventuali infrazioni devono sempre passare da una segnalazione. C’è da dire che qualcuno potrebbe anche non fare segnalazioni dato che gli utenti che si “ritrovano” in una stanza hanno ovviamente gli stessi interessi e chi “apre” la stanza potrebbe aver già in mente argomenti delicati da trattare in maniera offensiva.

Le violazioni sarebbe opportuno venissero segnalate al momento dato che alla chiusura delle stanze le chat vengono cancellate, così che siano trattenute per controlli. In caso di accertamento della violazione, Clubhouse può adottare vari provvedimenti da un semplice avviso, per passare poi ad una sospensione, un’espulsione o in casi estremi alla segnalazione alle autorità competenti.

E’ un social per tutti?

Twitter, Facebook, Instagram, Tik tok… ma era proprio necessario Clubhouse? La risposta dipende da chi siamo e cosa facciamo nella vita. Questo nuovo social potrebbe essere una vetrina di marketing importante per aziende con particolari nicchie: apriamo una stanza per un evento importante al quale accederebbero solo persone selezionate. L’internazionalità dà la possibilità di imbattersi in argomenti svariati ai quali normalmente difficilmente si accederebbe.

Nuovo social nuova dipendenza?

Punto fondamentale: Clubhouse può creare dipendenza? Se ormai anche i sessantenni su Facebook non possono far a meno di fare giochini per sapere chi sono stati nella vita passata, i quarantenni devono assolutamente farsi un selfie su Instagram insieme al loro cucchiaino di zucchero preferito e i quindicenni (a proposito ma non dovrebbero iscriversi solo i maggiorenni?) si sfidano su TikTok nei balletti più complicati che nemmeno il miglior Bolle, ecco che la sfida per Clubhouse è esserci!  

clubhouse-puo-avere-dei-rischi-psicologici

Sì questa è, e probabilmente sarà, la tendenza del presente: se vuoi essere cool, se vuoi essere qualcuno che conta, qualcuno che non “rimane fuori”, devi essere su Clubhouse.                                                                                                                                   Ed ecco allora la possibile dipendenza: FOMO (leggi qui per approfondire: https://it.wikipedia.org/wiki/FOMO).

La paura di essere esclusi dagli eventi delle altre persone può portare all’ansia di dover a tutti i costi ricevere l’invito (tra l’altro non così difficile da ricevere) per entrare nel nuovo social e far parte di quella cerchia ristretta. Se altri social portano all’isolamento personale, questo potrebbe addirittura portare ad un effetto contrario: desiderare di essere con altri in quella determinata stanza pena un’esclusione dalla società. Purtroppo parliamo sempre di attività virtuali come poteva essere Second Life.

Se ci si potrà senz’altro imbattere in “stanze” dai contenuti interessanti, il rischio è però che, come spesso accade, si perda un po’ la gestione della cosa e nella massa vi possa essere anche un uso sconsiderato e poco costruttivo.

Per ora siamo solo all’inizio, vedremo nel giro di un anno se ci troviamo di fronte il cosiddetto uovo di colombo oppure sarà una delle tante idee che, nel mondo delle App, sarà nel breve superata da altro.

Ci possiamo porre un ultimo e semplice quesito: milioni di investimenti e centinaia di articoli per  un’applicazione con la quale ascoltiamo qualcuno parlare… qualsiasi sia il contenuto ascoltato era già stata inventata una simile App, anzi più di una: parliamo della scuola, delle Università, dei convegni o semplicemente sedersi ad un tavolo guardando negli occhi chi abbiamo di fronte e capire se ha veramente qualcosa da comunicarci.

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Gianluca Mastroleo