I giovani: uguali o diversi?
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Nulla di scontato
“….che beneficio c’è ad accumulare le prescritte notizie di storia e geografia, ad apprendere a leggere e a scrivere, se con questo l’individuo perde la sua anima, il discernimento delle cose buone, dei valori cui queste cose si riferiscono; se perde il desiderio di applicare ciò che ha appreso e, soprattutto, se ha perduto la capacità di estrarre il significato dalle esperienze future in cui via via si imbatterà?” (J. Dewey – “Esperienza e educazione”)
Il famoso insegnante campano Tonino Stornaiuolo (il maestro della didattica ai balconi) propone in un suo post su Facebook questo stralcio di Dewey. Il maestro riflette sul fatto che all’epoca se un alunno avesse saltato la scuola sia fisicamente che mentalmente andando a fantasticare col pensiero altrove, a lui sarebbe stata imputata la colpa del non apprendimento di questa o quell’altra materia. La domanda che pone Stornaiuolo è: “La colpa non avrebbe potuto essere attribuita alla materia proposta o al modo in cui veniva proposta?”
Nella fase educativa e nell’approccio con i ragazzi questa domanda sarebbe da porsi ogni qualvolta si propone qualcosa di apparentemente distante da loro, differenziando anche i feedback che riceviamo.
I ragazzi vanno visti come elementi con situazioni simili ma di differente provenienza. Una risposta positiva di una parte del gruppo (scolastico o sociale che sia) non corrisponde a tutto il gruppo e viceversa. Il sintomo può essere identico ma il vissuto che porta al sintomo può essere differente, così come differente può essere l’approccio del ragazzo a tale vissuto.
In base a ciò non sarà possibile proporre allo stesso modo per tutti la tale materia o il tal argomento o il tal obiettivo. Ciò che diamo per scontato in sostanza non lo è.
Scontato resta l’argomento, non scontato sarà sempre chi lo dovrà recepire.
La mente e il cuore nei loro aspetti più profondi non dovranno mai essere visti come cose scontate!
L’educatore non può fermarsi alle statistiche. I ragazzi non sono bulloni fatti con una macchina a controllo numerico. La mia esperienza mi ha portato a “scrutare e ascoltare”, non è possibile “pesare” un ragazzo assimilandolo ad altri, prima di valutare “cosa” dire o fare diventa fondamentale “come” dire o fare. Ogni qualvolta ho considerato un ragazzo simile ad un altro, mi sono poi dovuto scontrare con la realtà che è obiettivamente molto diversa proprio a causa dello stesso vissuto ma di un carattere formatosi diversamente. Insomma mai dare nulla di scontato.